Siracusa, 13 marzo 2023: Per il terzo anno consecutivo, torno a protestare per le condizioni vergognose in cui si trova il cosiddetto Arsenale Antico di Siracusa. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo.

Intanto, una prima squallida targa ricorda che trattasi di un’opera realizzata fra il V e IV secolo avanti Cristo, mentre un’altra targa, un po’ più avanti, ricorda il passato glorioso della nostra città, quando era capitale dell’Impero Romano d’Oriente, citando l’uccisione, avvenuta nel 608, dell’Imperatore Costante.

A fronte di tanta importanza dal punto di vista storico, possiamo solo notare una foltissima vegetazione, un canneto che cresce in modo spontaneo ed incontrollato per più di due metri, potature e sfalci degli anni precedenti accatastati lungo il muro di recinzione interno, rifiuti solidi urbani, evidentemente lasciati dai soliti incivili, sversamenti di acqua che, per il colore della stessa, sembra fogna.

Dobbiamo attendere ancora per vedere, finalmente, ritornare alla luce l’Arsenale Antico?

Oppure dobbiamo continuare a sopportare le lamentele dei turisti e dei nostri concittadini che, giustamente, protestano per lo squallore in cui si trova l’area archeologica?

Evidentemente, ha proseguito Vinciullo, l’Arsenale Antico è figlio di un Dio minore e non merita attenzione alcuna, la avrà, certamente, il giorno in cui un incendio metterà a rischio la vita di quanti abitano nei pressi dello stesso.

Nel protestare con forza contro l’inerzia e l’ignavia di chi viene pagato per occuparsi della sicurezza dei cittadini e del rispetto dei nostri beni archeologici, faccio l’ennesima proposta: possiamo un gruppo di cittadini essere autorizzati ad entrare nell’arsenale e riportarlo alla luce?

Qualcuno può accertarsi se trattasi di acqua di superficie o acqua di fogna o di perdita di condutture idriche della città?

Spero quest’anno, ha concluso Vinciullo, di essere più fortunato e di avere una risposta concreta che, negli anni precedenti, non è mai arrivata.